L’amore per la moto: una passione che si tramanda di padre in figlio, grazie alle Pit Bike

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La passione per i motocicli è, storicamente, uno dei tratti caratteristici degli italiani, spesso tramandata di padre in figlio ed in grado di rendere piacevoli ed entusiasmanti i momenti di svago e relax. Una moda che, negli ultimi tre decenni come quella del gaming e delle piattaforme di gioco come tutti i casino online dal vivo, è aumentata in misura sempre più costante, grazie anche alle imprese dei campioni del mondo delle due ruote nella MotoGP e non solo. I piloti italiani, infatti, non sono mai stati così numerosi e vincenti come negli ultimi trent’anni: se Capirossi e Biagi sono stati, in tal senso, gli apripista vincendo nelle categorie inferiori dell’epoca (125 e 250), Valentino Rossi ha rappresentato una vera e propria icona per qualsiasi amante delle due ruote.

Tramandare la passione delle moto ai propri figli: il caso, emblematico, di Valentino

E il caso di Valentino, forse, è il più emblematico di cosa significhi tramandare la passione per le moto da padre in figlio. Graziano Rossi, infatti, era stato a sua volta un pilota motociclistico nella classe 500, la regina all’epoca in cui correva, a cavallo fra la fine degli anni ’70 e il principio degli anni ’80. E per trasmettere la propria passione al figlio, ricorda, spesso, che legava la macchinina del figlio dietro al proprio motorino e lo trainava mentre faceva i traversi e controsterzi. Valentino, all’epoca, non aveva neppure due anni. E da lì a breve, ebbe in regalo la prima mino-moto a rotelle. Le rotelle, però, ebbero breve vita: Rossifumi le tolse quasi immediatamente, dimostrando una grande sfrontatezza, o forse innata sicurezza dei propri mezzi, sin da bambino.

Qualsiasi buon padre di famiglia, ovviamente, non può ambire a far diventare il proprio figlio un campione motociclistico. Trasmettere la propria passione per il mondo delle due ruote, però, è assolutamente possibile. Soprattutto in un’epoca come quella attuale, dove i modelli sono molteplici e dei più svariati tipi, in grado di accontentare adulti e bambini. Il caso più eclatante è rappresentato dalla Pit Bike, un particolarissimo motociclo che negli ultimi anni sta riscontrando, in misura crescente, l’interesse degli appassionati delle due ruote. Ed anche i dati delle vendite, in tal senso, ne sono la più fulgida testimonianza, con incrementi costanti annuali a doppia cifra. Le Pit Bike, di fatto, sono delle moto piccole, leggere e facilmente trasportabili, da non confondere, però, con le mini-moto, delle quali si differiscono non poco.

Pit Bike, divertimento allo stato puro per gli amanti delle moto

La miglior marca produttrice di questi motocicli, leader indiscussa del settore, è la francese YCF, in grado di sfornare modelli dal design accattivante e dalle prestazioni d’elevata qualità, alla portata economica delle tasche di chiunque. La Pitbike, d’altro canto, è uno strumento sempre più diffuso fra gli amanti delle due ruote, come testimoniano le innumerevoli gare a tema, che sfociano in veri e propri campionati locali, regionali e nazionali.

Originariamente utilizzata da supporto nei paddock durante lo svolgimento dei Gran Premi, oggi la Pit Bike ha assunto un ruolo d’assoluta protagonista. Questi stuzzicanti motocicli, però, non possono circolare liberamente per le strade urbane ed extra-urbane delle nostre città. Il loro utilizzo è concesso solo in aree private oppure durante lo svolgimento delle manifestazioni sportive: i kartodromi, ad esempio, ben si prestano all’utilizzo della propria Pit Bike, luoghi dov’è possibile testarne l’efficacia e trascorrere alcune ore all’insegna del puro divertimento. Un’altra grande peculiarità di questi mezzi, un unicum nel mondo delle due ruote, consiste nel loro poliedrico utilizzo, sia in strada sterrata (cross) che su nastro asfaltato (motard).