Lo studio che non ti aspetti: anche il latte artificiale inquina

latte artificiale

I movimenti ecologisti che hanno preso piede in modo poderoso negli ultimi mesi hanno il merito soprattutto di farci aprire gli occhi. Il pianeta, il nostro futuro e quello delle prossime generazioni, è in serio pericolo a causa non solo delle azioni scellerate dei cosiddetti “potenti” ma anche per la scarsa consapevolezza che le persone comuni hanno sull’impatto ambientale delle loro azioni quotidiane. La conoscenza, insomma, è tutto, sia in ambiti professionali e “civili” sia in quelli ludici (basti pensare alle strategie da usare sulle piattaforme di casino online in Italia per ottenere più di una vincita).

Oggi vi parliamo di un interessantissimo studio che arriva dall’Imperial College di Londra, pubblicato poi sulla prestigiosa rivista di settore British Medical Journal: ebbene, sotto accusa finisce il latte artificiale, un’altra insospettabile causa di inquinamento e surriscaldamento globale.

Ecco quanto inquina il latte artificiale

La ricerca è stata firmata dalla ricercatrice Natalie Shenker che si è avvalsa del lavoro certosino di un vasto team che è andato a misurare l’impatto del latte artificiale per neonati sull’ambiente, tenendo in considerazione tutta la catena produttiva. I dati, in realtà, sono emblematici e per certi versi lasciano davvero di stucco.

Un dato su tutti: incentivare un allattamento al seno per una durata di almeno sei mesi può arrivare a ridurre fino a 153 kg (con un minimo di 95 kg) le emissioni di CO2 (l’anidride carbonica) per ogni neonato interessato. E se questi primi numeri ancora non danno idea della portata del fenomeno, basti pensare che lo studio prende in esame soltanto la Gran Bretagna arrivando a paragonare il consumo di latte artificiale in un anno alle emissioni di CO2 di qualcosa come 50.000-77.500 automobili nello stesso periodo. Pazzesco.

I motivi per cui il latte artificiale è dannoso per l’ambiente

Fino a qui i numeri (nello studio che potrete trovare sulla rivista sopracitata ci sono altre cifre davvero incredibili, altre le troverete a fine articolo), ma restano da capire i motivi “specifici” di questo fenomeno. Il latte vaccino in polvere per essere prodotto porta con sé  grossissime emissioni di gas metano da parte degli allevamenti, senza considerare il consumo di acqua. A tutto ciò si aggiungono gli additivi (che non ci facciamo mai mancare, in ogni aspetto della nostra alimentazione) che integrano il latte in polvere, ovvero oli aggiunti, vitamine e minerali.

E, ciliegina sulla torta, la stessa preparazione del latte artificiale comporta un riscaldamento dell’acqua che deve arrivare almeno fino a 70 gradi centigradi: tradotto, sempre considerando il Regno Unito, se si analizza la questione anche dal punto di vista energetico risulta che il totale di un anno potrebbe ricaricare circa 200 milioni di smartphone.

Incentivare l’allattamento al seno

E’ per questo motivo che l’obiettivo principale di questa ricerca è quello di spingere i governi a mettere in pratica tutte le misure atte ad incentivare l’allattamento al seno, notoriamente l’ideale per la salute sia del bebé che della neo-mamma e ora anche per l’ambiente. Gli ultimi dati, peraltro, evidenziano che su scala mondiale dei 141 milioni neonati che vengono alla luce ogni anno, solo il 41% riceve in tutti i primi sei mesi di vita del latte materno.

Un altro particolare deve far riflettere: delle già citate emissioni di gas serra che sono relazionate col consumo di latte artificiale, addirittura la metà riguardano il cosiddetto “latte di proseguimento”. Ebbene, gli studi sull’inutilità di questa pratica ai fini della crescita del bambino sono diversi, si tratta solo di una mera abitudine che andrebbe estirpata per non creare ulteriori danni.

Le confezioni di latte artificiale

Nella catena produttiva, infine, non possono mancare anche i danni che compiono le confezioni di latte in polvere. Ogni anno arrivano nelle discariche di tutto il mondo 550 milioni di recipienti o confezioni varie che si trasformano in 86mila tonnellate di metallo e 364mila tonnellate di carta.